Cinesi, arabi o siciliani? Chi può vantarsi di aver inventato gli squisitissimi spaghetti?

Italia e Cina si contendono il primato: entrambe le culture, da molti secoli, mangiano questo formato, anche se creato con composti diversi. Ma andiamo nello specifico!

CINA

Avete mai assaggiato i noodles? L’ impasto è realizzato con acqua e farina di qualunque tipo: riso, grano saraceno, fagiolo mungo, mais o alghe. A questi ingredienti si aggiungono, in alcuni, casi le uova.

Le testimonianze di questa preparazione risalgono a 4000 anni fa, quando si accerta la presenza molto diffusa di spaghetti fatti con fatina di miglio, frumento o leguminose.

Buoni, anzi buonissimi! E vi consigliamo di assaggiarli in una delle loro mille varianti

Sono diversi, però, dalla pasta italiana!

In Cina non veniva utilizzato grano duro per i noodles. Quindi, è molto improbabile che sia stato Marco Polo (di ritorno dall’Oriente) a portare la tradizione della pasta in Italia, come invece alcuni affermavano.

ITALIA

Già dalla fine del 1100 abbiamo infatti testimonianza della presenza degli spaghetti in Italia.

Anzi, c’è da dire che la presenza della pasta, nell’accezione più ampia, risale già agli antichi romani. Ci sono scritti che testimoniano la preparazione della “lagana”, un formato di pasta fatto di acqua e farina.

La pasta secca però, assieme agli spaghetti, viene direttamente dalla Sicilia e dal suo connubio con la cultura araba.

Il geografo arabo Ruggero Al Idrisi, ed i suoi scritti del 1154, sono la fonte più antica che accerta la preparazione degli spaghetti. Egli narra che in una località chiamata Trabia, vicino Palermo, la popolazione consuma “cibo di farina in forma di fili” chiamato “triyah”. Aggiunge anche che esportano questo cibo in tutto il Mediterraneo.

E fu così che gli arabi del deserto provvidero ad essiccare la pasta fresca, in modo da poterla conservare e trasportare durante le varie peregrinazioni.

Insomma, la conclusione è che sono stati ben 3 popoli a creare la pasta come la conosciamo; quella che accompagna la maggior parte dei pasti degli italiani ed è protagonista in molte tavole di tutto il mondo.

Non sembra assurdo che un’idea così simile sia venuta a due popoli così diversi e lontani? E che un terzo sia intervenuto per perfezionare quest’idea?

Eppure è solo uno degli esempi di quanto ogni parte del mondo sia interconnessa, a volte in modi così evidenti che neanche accorgiamo!

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *